Uno spazio della percezione ordinato e regolare, il cui perimetro è tracciato concettualmente da infiniti big bags di BoPet (il mylar poliestere riflettente utilizzato per proteggere i satelliti artificiali della cui gestione il Lussemburgo è leader mondiale) pieni della sabbia del deserto del Dubai, accoglie l’arrivo di un mondo che si rivela in uno scenario continuo di immagini luminose.
Il volume è un semplice parallelepipedo con una struttura smontabile in travi cellulari sospese e pilastri in acciaio, prodotta in Lussemburgo e che in Lussemburgo ritornerà dopo l’Expo per essere riutilizzata.

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Sostenibilità

Il padiglione oltre ma essere riusabile in quanto tale, con gli adattamenti dell’involucro alla nuova situazione, è completamente disassemblabile e i materiali, principalmente  sabbia e acciaio, sono infinitamente riciclabili.  E’ l’economia circolare.
Il comfort ambientale è garantito da un raffrescamento naturale assistito,  con camini di ventilazione in cui si fa evaporare acqua nebulizzata, integrato da pavimenti radianti e da ventilazione notturna della massa termica . 
 

Scenografia e multimedialità

Il pavimento sembra vuoto e totalmente percorribile. Ma l’altezza a cui è posta la grande sfera del mondo in procinto di toccare terra obbliga i visitatori a un cammino periferico. Un flusso circolare simile a orbite intorno alla sfera centrale, permette di scoprire le immagini in movimento retroproiettate sulla calotta. i muri di big bag di BoPet pieni di sabbia, si aprono qua e là con tagli verticali di immagini video che approfondiscono i temi che appaiono sul mondo centrale: la storia, le tradizioni, le attività e i progetti nel campo delle energie del Lussemburgo. Uno specchio sul pavimento riflette le immagini della calotta.